Subiaco: Monastero di Santa Scolastica. Che fine ha fatto la Collezione Ceselli?

Subiaco: Monastero di Santa Scolastica. Che fine ha fatto la Collezione Ceselli?


Chiuso il Museo Ceselli allestito nel 2000 con i fondi per il Giubileo di quell’anno. Erano esposti i reperti raccolti da Luigi Ceselli dalla preistoria alla protostoria, poi estesi fino all’età tardo antica. Appello per la riapertura.


A Subiaco, all’interno del Monastero di Santa Scolastica, il più antico monastero benedettino, fu aperto al pubblico, agli inizi del 2000, il “Museo Ceselli”, dopo la selezione e il trasferimento dei materiali prima conservati in un altro settore del monastero. I reperti, allestiti in grandi vetrine e didatticamente bene illustrati, furono raccolti a partire dal 1837 da Luigi Ceselli, ufficiale del Genio Pontificio, presidente e socio di importanti accademie scientifiche sia nazionali che estere. Nel 1882 il figlio donò la collezione all’abbazia di Subiaco, in ricordo dello zio, fratello di Luigi, che era stato monaco di quella comunità.

La storia della Collezione

Alcuni reperti della Collezione Ceselli esposti nel Monastero di Santa Scolastica dopo la chiusura
Il Museo Ceselli dopo la chiusura


Luigi Ceselli aveva raccolto un’enorme quantità di materiali relativi alla preistoria e alla protostoria di Roma e del Lazio, e la collezione fu in seguito estesa a comprendere le età successive fino all’età tardo antica. Dopo la donazione i reperti furono collocati e ordinati in alcuni ambienti del piano alto del Monastero che durante la seconda guerra mondiale subirono danni dai bombardamenti; la collezione fu salvata solo in parte tra le macerie. Lo stato precario dei materiali fu segnalato all’allora Ministero della Pubblica Istruzione e a partire dal 1970 iniziò il recupero dei reperti superstiti, a cura della Direzione Generale Antichità e Belle Arti. I materiali della Collezione Ceselli furono sistemati, allestiti, e aperti al pubblico. Le schede scientifiche furono pubblicate in due cataloghi, coordinati dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio: il primo, del 1978, curato da Alessandro Guidi, illustra i reperti dell’età del bronzo e del ferro; il secondo, edito nel 1989, a cura di Maria Antonietta Tomei, tratta i materiali di età romana.

I danni causati dai bombardamenti


La collezione esposta al Museo Ceselli, nonostante le perdite subite per i bombardamenti,  rimane di notevole interesse e consistenza, e sebbene diversi reperti siano privi dell’indicazione di provenienza, è pressoché certo, in base alle provenienze conosciute da alcuni cartellini (Cerveteri, Roma-Esquilino, in un caso un’intera sepoltura da Fontana di Papa, presso Albano), provengano dalla zona di Roma e dintorni, visto che l’attività di Luigi Ceselli si svolse essenzialmente nell’ambito laziale.

La Collezione racconta la vita quotidiana

La Collezione Ceselli deve tornare ad essere visitabile
Teche della Museo Ceselli


Gran parte dei reperti esposti sono riferibili all’instrumentum domesticum, sono cioè oggetti di uso quotidiano nelle case o nei campi, per il lavoro o per l’arte. Oggetti pertinenti alla cosiddetta “cultura materiale”, non di particolare rilevanza dal punto di vista estetico, ma di fondamentale importanza per la ricostruzione della vita quotidiana e dell’economia

La collezione esposta nel monastero di Santa Scolastica aveva il pregio di offrire un’immagine piuttosto completa degli oggetti di uso comune, dalla preistoria all’età tardo antica: selci, utensili, vetri, bronzi, terrecotte architettoniche, ossi, laterizi, monete, stucchi, intonaci dipinti, tutti materiali illustrati nei due cataloghi citati. È da segnalare in particolare la presenza di industrie litiche dai più famosi siti francesi del Paleolitico (come Le Moustier e La Madeleine), arrivati a Ceselli grazie alla pratica dello scambio di materiali con archeologi stranieri, ben attestata nell’Ottocento.

Il Museo realizzato nel 2000



Il Museo Ceselli fu allestito nel 2000 con i fondi per il Giubileo di quell’anno gestiti dalla Provincia di Roma. Per il periodo in cui è stato aperto, il museo, collocato all’interno del Monastero di Santa Scolastica, tra i più famosi d’Italia, ha contribuito ad accrescerne l’attrattiva culturale e turistica, ed è stato un punto di riferimento e di formazione importante, soprattutto per le scuole, in un’area lontana dai grandi centri urbani. Inoltre l’allestimento è stato anche l’occasione per esporre materiali di età pre- e protostorica raccolti in superficie da ricercatori locali, ed altri di età romana provenienti dagli scavi della ex Soprintendenza Archeologica del Lazio nella villa di Nerone a Subiaco.

La chiusura

Il Museo Ceselli, chiuso dal 2003
Teche della Museo Ceselli



Il Museo Ceselli è rimasto aperto per meno di tre anni. Fu chiuso per gravi infiltrazioni d’acqua che hanno compromesso gli impianti elettrici. Il problema delle infiltrazioni è stato risolto, ma, in assenza di finanziamenti per la sostituzione degli impianti, il museo non è stato riaperto, anche se il sito web dedicato del MIC,  aggiornato al 2020 (https://cultura.gov.it/luogo/museo-luigi-ceselli-del-monastero-di-santa-scolastica) lo dà per aperto, con tanto di orari.

La chiusura del museo fu certamente una grave perdita per Subiaco e in particolare per la comunità monastica che si era prodigata per studiarne i materiali, allestirlo e gestirlo. Risulta che sia da parte del Monastero che della Soprintendenza di Stato ci siano state richieste per i fondi necessari al restauro dei locali e alla riapertura del museo, che purtroppo sono rimaste finora senza esito.

L’appello per la riapertura


Considerati i lunghi anni trascorsi dalla chiusura e sperando in una più favorevole situazione politica, anche in considerazione del corrente Anno Giubilare, per riportare all’attenzione la Collezione Ceselli, facciamo appello a tutti gli enti interessati: Monastero, Soprintendenza, Comune di Subiaco, Città Metropolitana di Roma, e Regione Lazio, per intervenire in tempi brevi per riaprire  ai cittadini, agli studiosi, alle scuole, ai turisti, un museo forse poco appariscente, ma di notevole importanza  non solo scientifica, ma anche formativa ed educativa, prima che se ne perda anche la memoria.


Carlo Boldrighini, presidente della sezione «Aniene» di Italia Nostra


Bibliografia recente:

  • A. Guidi, La collezione Ceselli nel Monastero di Santa Scolastica. Materiali dell’età del Bronzo e del Ferro, in Cataloghi dei Musei Locali e delle Collezioni del Lazio, 1, Comitato per l’Archeologia laziale, Roma 1980.
  • M.A. Tomei (a cura di), Subiaco: la collezione Ceselli nel Monastero di Santa Scolastica. Materiali di età romana, Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, Soprintendenza Archeologica per il Lazio, Roma 1989; testi di R. Santangeli Valenzani, M.A.Tomei, R. Volpe.
  • Z. Mari E M.G. Fiore (a cura di), Subiaco. Il Museo Ceselli nel Monastero di Santa Scolastica. Roma 2000.
  • P. Mazzei, “Luigi Ceselli: studioso e collezionista”, in Documenta Albana II serie, 23,
    2001(2002), pp. 7-32.
  • A. Guidi, “Da Alessandro Visconti a Giovanni Pinza: La riscoperta della civiltà laziale”, in Colli Albani 2011, Catalogo della Mostra,, Frascati 2011 pp. 74-79.
  • E. Cirelli, “Un prete e un soldato per la Campagna (romana): Le collezioni ottocentesche di Frère Indes e Luigi Ceselli”, in 150 anni di preistoria e protostoria in Italia, Roma 2014, pp. 112-116.
  • A. Guidi, Roma preistorica, Carocci Editore, Roma 2024, pp.11-15.

Figure: Scaffali dell’allestimento (Foto Paola Mazzei)

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Redazione

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