Tivoli, il nuovo consorzio dei Servizi Sociali criticato dal PSI

Tivoli, il nuovo consorzio dei Servizi Sociali criticato dal PSI


Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, lunedì 31 marzo, è stata approvata la nascita del consorzio sociale “Civitas”. Si tratta di un nuovo strumento, voluto dalla Regione Lazio, che gestirà i servizi attualmente erogati a livello distrettuale dal Piano di Zona. Un passaggio, già compiuto da altri Distretti come quello di Guidonia Montecelio, che non è soltanto formale. Il consorzio Civitas rappresenta una nuova forma di gestione associata dei servizi sociali a livello territoriale.

Il Partito Socialista Italiano, sezione di Tivoli, e il Gruppo Consiliare del PSI, però, hanno sollevato critiche e obiezioni affidate ad un comunicato stampa.

Nasce il consorzio sociale Civitas


Il comunicato del PSI di Tivoli

In data 31 marzo 2025 il Consiglio Comunale di Tivoli ha approvato la Costituzione del Consorzio tra i 17 Comuni del Distretto RM 5.3 per la gestione del Piano di Zona, ovvero l’insieme dei fondi e delle competenze in materia di Servizi Sociali, lotta alla povertà e inclusione sociale.

Si tratta di una scelta politica che il Partito Socialista di Tivoli ha contestato con forza per diversi motivi. Innanzitutto, il trasferimento delle risorse – circa sei milioni di euro – dal bilancio comunale a una nuova struttura consortile comporta un aumento dei costi di gestione del 100%: da 250.000 euro a 550.000 euro, senza che sia stato dimostrato alcun effettivo efficientamento o risparmio. Al contrario, la legge prevede che la costituzione di un consorzio tra enti sia auspicabile solo in presenza di una chiara riduzione della spesa pubblica.

Inoltre, nel piano di fattibilità a sostegno della delibera si prevede di coprire i costi di struttura, incluso il personale, utilizzando fondi destinati alla povertà e all’inclusione, in palese contraddizione con la loro finalità originaria. Questo avviene proprio mentre la Regione Lazio, con le sue scelte, ha già inferto tagli pesanti proprio ai servizi dedicati alle fragilità.

Il PSI ha presentato cinque emendamenti migliorativi, finalizzati a garantire trasparenza, rappresentanza, controllo democratico e selezione pubblica dei vertici del Consorzio. Tuttavia, ci è stato risposto che la bozza di Statuto non era emendabile, salvo poi dichiarare che gli emendamenti erano irricevibili a causa della scadenza del 31 marzo, necessaria per accedere a un bonus di 80.000 euro stanziato dalla Regione.

La nostra denuncia è netta: un Consiglio Comunale non può essere chiamato a votare un atto non modificabile, che peraltro è stato sottoposto all’attenzione della Commissione competente appena venti giorni fa. È un grave precedente dal punto di vista democratico.

Non solo. Lo Statuto approvato prevede che Tivoli, pur rappresentando il 69% della popolazione del Distretto, avrà solo il 33% del peso nell’Assemblea dei Sindaci. Gli altri Comuni, che rappresentano il 30%, conteranno per il 67% nelle decisioni. Un evidente squilibrio che penalizza il nostro territorio.

Mancano completamente riferimenti al ruolo di controllo del Consiglio Comunale, all’accesso agli atti da parte dei Consiglieri, alle modalità con cui i cittadini potranno monitorare l’operato del Consorzio. Anche la questione del conflitto di interessi non è stata minimamente affrontata: nel CdA potranno sedere soggetti già coinvolti politicamente, senza alcuna garanzia di selezione pubblica o verifica delle competenze.

Con questa delibera, la maggioranza di Centro Destra ha scelto consapevolmente di aumentare i costi, svuotare il ruolo degli organi democratici, precarizzare il personale, e affidare la gestione dei servizi sociali a una struttura che nasce senza basi economiche solide né una reale visione strategica.

E tutto questo per un atto che, lo ribadiamo, non era obbligatorio. È stata una scelta. Una scelta profondamente sbagliata, che segna una cesura tra istituzioni e cittadini e che il Partito Socialista di Tivoli continuerà a denunciare in tutte le sedi.

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Redazione

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